Casa nel Parco
Il nostro studio si è occupato della progettazione esecutiva delle strutture del Corpo C e della cantierizzazione (traduzione costruttiva per l’impresa) del progetto architettonico a suo tempo realizzato da PCMR. Abbiamo anche fornito assistenza tecnica all’impresa con presenza continuativa in cantiere.
Descrizione della struttura
Il corpo C è collocato alla base delle due Torri del complesso di Porta Garibaldi, di cui costituisce l’elemento di collegamento. E’ realizzato sopra ad un ampio fabbricato esistente, di due piani in c.a., che include il terminal ferroviario del complesso della stazione di Porta Garibaldi, rimasto in uso durante tutto il periodo di costruzione.
L’edificio di nuova realizzazione è separato da quello sottostante da un robusto solaio in cemento armato da 55 cm di spessore, con travi da 160×195 cm. Sopra di esso il nuovo edificio si eleva per quattro piani in acciaio, a sostituire una costruzione di due piani in cemento armato, precedentemente demolita.
La nuova struttura si attesta sulla maglia dell’edificio esistente, che ha luci elevate: 15.2 x11.8 m. Nella direzione della luce maggiore, i pilastri del primo piano formano delle V che salgono a 45° fino al livello successivo. In questo modo, oltre ad introdurre un elemento dal forte impatto architettonico, si dimezzano le luci dei piani successivi. Le V acquistano, di fatto, anche funzione di controvento. L’ idea piuttosto ardita dei pilastri inclinati è stata originalmente proposta dallo Studio Romaro di Padova, autore del progetto di massima.
Per contenere le altezze ed accelerare i tempi di costruzione, sono stati utilizzati profili ad anima piena, generalmente di tipo saldato. . I pilastri inclinati sono profili a doppio T ,saldati, con ali in piatto da 600×30 mm e anima in piatto da 500×20 mm. Nei livelli successivi i pilastri tornano verticali e utilizzano sezioni via via decrescenti: prevalentemente profili saldati a doppio T con ali in piatto da 400×25 mm e anima in piatto da 460×15 mm.
I solai sono in lamiera grecata con soletta collaborante in calcestruzzo alleggerito, per uno spessore complessivo di 120 mm.
Il Corpo C è realizzato sopra a una struttura esistente e in uso, con immaginabili problemi di natura strutturale e logistica. Si è trattato di attestarsi esattamente sopra ai pilastri esistenti e di trasmettere ad essi ed al resto della struttura azioni attentamente contenute in modo da non eccedere quelle precedenti. Il nodo alla base delle V è molto complesso perché destinato a trasmettere le azioni, anche flettenti, dalla nuova struttura in acciaio alla sottostante struttura esistente in c.a. e creare un funzionamento ad incastro in entrambe le direzioni. Il nodo è costituito da una piastra base formata da due piatti da 25 mm, posti a 300 mm di distanza l’uno dall’altro e collegati tra loro da fitte nervature. La piastra, così formata, costituisce un quadrato di circa due metri di lato. Poggia sull’asse del sottostante pilastro in c.a., di sezione circolare da 160 cm di diametro ed è fissata saldamente all’esistente per mezzo di tiranti che abbracciano le travi in c.a. sottostanti. In questo modo è stato rispettato il funzionamento della struttura esistente e non si è dovuto danneggiare alcun ferro della sua armatura.
Le criticità:
Tempi di realizzazione ridotti
A causa degli impegni contrattuali il Corpo C è stato realizzato in poco più di sei mesi, dieci dalla data di inizio della progettazione esecutiva. Questo ha comportato non solo per l’impresa, ma anche per il nostro studio uno sforzo inconsueto. Abbiamo adottato procedure di progettazione di tipo “fast track”, per comprimere i nostri tempi e sviluppare il progetto contemporaneamente alla realizzazione dell’opera vera e propria. Spesso ci trovavamo a veder realizzati in concreto elementi costruttivi che solo qualche giorno prima erano ancora sul tavolo da disegno. Ai fini del rispetto dei tempi, fondamentale è stato il lavoro di pianificazione svolto dal Prof. Alvaro Rigamonti per conto dell’impresa. Altrettanto importante la disponibilità di SIIS, studio incaricato del controllo e validazione del progetto, che ha svolto la propria funzione in tempi davvero impossibili.
Contenimento delle vibrazioni
Un elemento di preoccupazione al momento di iniziare il progetto era costituito dalla possibilità che le vibrazioni causate dal passaggio dei treni all’interno della stazione potesse trasmettersi alla struttura e raggiungere livelli di disturbo superiori a soglie ritenute accettabili. Simulazioni matematiche della risposta strutturale alle vibrazioni rilevate hanno prodotto risultati confortanti.
Tecnologie poco diffuse
L’uso dell’acciaio in strutture di edifici civili non è molto diffuso in Italia. Questa sistema costruttivo comporta a valle tutta una serie di scelte architettoniche molto precise, volte da un lato a contenere i pesi, dall’altro a permettere movimenti e giochi elevati tra un elemento architettonico e l’altro. Tamponamenti esterni e interni, pacchetti di piano, controsoffitti , cavedii, vani scala e vani ascensore: quasi ogni elemento architettonico è condizionato da questa scelta e deve avere caratteristiche molto precise. Di per sé niente di innovativo, ma spesso non consueto per i vari artigiani locali, abituati piuttosto ad operare su strutture tradizionali in muratura. In questo contesto è stata di aiuto la forte esperienza di lavoro all’estero del nostro studio.